Nel 1998 Steve Jobs appare in riunioni ufficiali con una maglia nera collo alto, jeans Levi’s e sneakers New Balance e da quel giorno sembra gettato al macero il concetto di dress code in ambito lavorativo.
Sembrava che vestirsi in modo elegante per andare in ufficio appartenesse al passato. Niente più completo e cravatta nemmeno per gli amministratori delegati, sdoganata la T-shirt in ufficio, maglioni al posto delle giacche.
La verità è ben diversa, ma, come spesso accade, l’interpretazione di un fenomeno viene decontestualizzata e prende direzioni e proporzioni incoerenti.
Il “NO-dress code” di Steve Jobs era, in realtà, proprio un dress code. Vale a dire, vestirsi sempre allo stesso modo (e in quel modo) faceva parte di una precisa strategia di personal branding. Cosa dicevano i suoi abiti?
“Uso ogni minuto del mio tempo utilizzato per prendere decisioni importanti non per scegliere cosa indossare la mattina.” Inoltre il suo look era minimale, semplice e pratico: proprio come i prodotti Apple , riconosciuti per il loro design essenziale e la loro user-friendliness.
Evidentemente, oltre che imprenditore visionario, Jobs conosceva molto bene le dinamiche della comunicazione.
Per noi che non siamo Steve Jobs, andare al lavoro in jeans a sneakers potrebbe non funzionare.
Al contrario: vestirsi in modo formale in ambito lavorativo può rappresentare un valido aiuto per fare carriera.
Il modo in cui ci si veste al lavoro, nel bene o nel male, non passa mai inosservato e, se ci pensate bene, anche a voi sarà capitato di esprimere qualche considerazione sui vostri colleghi per il loro abbigliamento: ricordo ancora, agli inizi della mia carriera professionale, il periodo in cui coprii il ruolo di analista finanziario ( ndr. nell’ambito dell’investimento socialmente responsabile) per un importante assett management parigino; molto spesso l’oggetto di conversazione tra colleghi durante la pausa caffè verteva sull’abbigliamento di una nuova arrivata che esibiva impavida, estate e inverno, il suo ombelico. Sarà stato forse il suo abbigliamento da adolescente anni ‘90 o forse qualche tratto della sua personalità, sta d fatto che non si integrò mai totalmente nel team e ben presto prese altre strade.
Gli aspetti da considerare sono due:
- l’abbigliamento, che lo si voglia o no, gioca un ruolo determinante per fare una buona prima impressione: a un primo incontro saremmo giudicati più competenti se vestiremo in modo adeguato alla situazione lavorativa.
- Indossando un certo capo di abbigliamento, si adottano le caratteristiche a esso associate. In altre parole saremmo inconsciamente più portati ad avere un comportamento professionale se vestiamo in maniera professionale. Vestendosi bene, la persona avrà più autostima e ciò condizionerà in positivo anche le sue performance.
Oltre a ciò, alcune ricerche[1]confermano che chi veste in modo professionale ed elegante può suscitare un trattamento favorevole: stipendi più alti, maggiore collaborazione da parte dei colleghi e più raccomandazioni.
Quali sono le regole vincenti, dunque? Ecco le più importanti.
- Sapere cosa si vuole comunicare con il proprio abbigliamento.Occorre fare una riflessione su cosa vogliamo comunicare di noi e far sì che la nostra immagine sia coerente a tale messaggio.
- Personalità: mostrare di avere un proprio stile può essere vincente. Talvolta basta l’accessorio giusto, magari creativo.
- Sentirsi a proprio agio.È molto importante sentirsi bene nei propri panni: in questo modo trasmetteremo all’esterno positività e energia e, come Steve jobs, potremmo concentrarci su altri temi anziché su come siamo vestiti o su quanto ci sentiamo costretti o a disagio in tale outfit.
- Adeguare il proprio abbigliamento al contesto professionale e al dress code aziendale (sia esso esplicitato dall’azienda o tacitamente condiviso dai suoi componenti), senza per questo snaturare il proprio modo di essere.
[1]“Social benefits of luxury brands as costly signals of wealth and status” pubblicata sulla rivista Evolution and Human Behaviour.
“The Beauty Bias: The Injustice of Appearance in Life and Law” , May 6, 2010 di Deborah L. Rhode
“Beauty Pays: Why Attractive People Are More Successful” , April 21, 2013 di Daniel Hamermesh
” Looks: Why They Matter More Than You Ever Imagined”, January 30, 2008 di Gordon Patzer Ph.D. (Author)