Qualche anno fa usciva nelle librerie italiane quello che era già un bestseller altrove, “Il magico potere del riordino” di Marie Kondo. Un manuale in cui l’autrice giapponese spiega come riordinare la propria casa in modo efficace e duraturo per riordinare anche la propria vita e raggiungere una maggiore felicità.
Con la pubblicazione ed il successo del libro si moltiplicarono anche gli articoli e blog sull’argomento; il mondo della consulenza d’immagine non rimase “immune” al fascino del riordino: molte mie colleghe si specializzarono nel cosiddetto “decluttering” e nel riordino dei guardaroba.
Ci stavamo quasi dimenticando di questa tendenza, ma ci ha pensato Netflix a ricordarcela e a riaccendere la fiamma: dal 1 gennaio infatti è disponibile la serie “Facciamo ordine con Marie Kondo”, e con il suo arrivo sono riapparsi articoli, approcci, inni o critiche al metodo Konmari.
Secondo alcuni è “il metodo che ti cambia la vita”, secondo altri Marie Kondo è maniaco-ossessiva nei confronti dell’ordine e in questo non c’è nulla di buono.
Personalmente, da persona tendenzialmente ordinata e perfezionista, non ho trovato nel metodo Konmari, già all’epoca del libro, nulla di eccezionalmente innovativo e molti dei suggerimenti di Marie facevano in realtà già parte del mio quotidiano: probabilmente l’aver traslocato spesso e l’aver vissuto in appartamenti minuscoli mi ha aiutato ( o costretto) a razionalizzare il mio attaccamento alle cose e ad organizzarle in modo tale che non mi impedissero di sfruttare il poco spazio disponibile.
Vi sono però alcuni pensieri che Marie Kondo rivela nella serie molto positivi ed utili; anche se non sono convinta che siano sufficienti per organizzare correttamente ed efficacemente il proprio guardaroba e soprattutto per evitare di ricadere nel disordine dopo qualche tempo. Non essendo un’esperta non posso giudicare l’affidabilità del metodo per altri spazi della casa come garage o cucina.
E allora ecco a voi i miei consigli da consulente d’immagine per organizzare il vostro guardaroba in modo efficace ed … “ordinato”
COME RIORDINARE IL GUARDAROBA
Prima di iniziare
Prima di mettersi a riordinare e riorganizzare il proprio guardaroba bisogna aver preso consapevolezza su alcuni punti, ed in particolare:
- Quali sono le nostre taglie esatte al momento del riordino ( non la taglia che indossavamo fino a qualche mese fa o quella in cui speriamo di entrare fra qualche settimana);
- Quali sono le forme, i tagli ed i modelli che ci valorizzano e che portiamo più volentieri;
- Quali sono i colori che : 1) valorizzano il nostro viso, 2) ci permettono di comunicare efficacemente , 3) ci piacciono di più;
- Qual’è il nostro stile di abbigliamento o almeno quello che vorremmo adottare nelle diverse occasioni;
Durante la riorganizzazione del guardaroba
Come è meglio procedere?
Marie Kondo suggerisce di svuotare tutti gli armadi e ammassare tutti i capi in un unico posto creando un cumulo di vestiti: questo senza dubbio permette di visualizzare la quantità spesso spropositata di capi d’abbigliamento che ingombrano i nostri armadi, una sorta di shock che dovrebbe spingere ad eliminare il superfluo.
Non so se tale shock aiuti effettivamente a creare la voglia di riordinare e semplificare, e sia dunque fonte di motivazione, o se al contrario il dover affrontare una “montagna” si trasformi in una frustrazione e demotivazione.
Marie Kondo suggerisce poi di passare ad uno ad uno ogni capo tra le proprie mani, di osservarlo bene e provare a sentire se ci trasmette gioia e benessere oppure no. Se il capo ci trasmette gioia allora va conservato, altrimenti va eliminato dopo un dovuto ringraziamento. Alla fine si dovrebbe giungere ad una quantità ben inferiore di vestiti che vanno ripiegati con cura e riposti ciascuno nel proprio apposito spazio.
Come consulente d’immagine per i miei clienti non posso utilizzare questo approccio per diversi motivi: da un lato perchè talvolta non è fisicamente possibile riunire tutti i capi in un solo posto, dall’altro perchè riordinare l’intero cumulo passandoli ad uno ad uno tra le mani potrebbe necessitare diversi giorni, mentre generalmente il mio intervento di riorganizzazione del guardaroba si conclude in una sola giornata.
Il mio suggerimento è di:
- Svuotare un anta o un cassetto alla volta, e per ogni anta o cassetto che si vuota eliminare i capi usurati, rovinati o irrimediabilmente sdruciti (le cose che vedo più spesso: colletti di camicia lisi o ingialliti, maglie e maglioni con pallini o infeltriti, maglie o capi slavati dall’uso, cinture rovinate con il segno rimasto “a qualche buco fa”, ecc.);
- Per ogni reparto o zona svuotata, i capi che restano vanno suddivisi per tipologia (pantaloni con pantaloni, giacche con giacche, camicie con camicie, t-shirt a maniche corte con t-shirt a maniche corte, ecc.);
- Per ogni tipologia individuare i capi ideali: sono i capi che corrispondono alle nostre taglie attuali, al nostro stile (o ai nostri stili di predilezione se ne abbiamo più di uno), alle nostre forme e modelli, e ai colori che ci valorizzano/ci sono utili;
- Eliminati i capi rovinati o irreparabili e messi da parte quelli ideali, rimaranno i capi ” di scorta” ovvero quei capi che ci piacciono ma non ci corrispondono perfettamente per taglia, forma o colore: tra questi è bene individuare quelli che potrebbero essere modificati per diventare ideali (stringendoli o allargandoli, accorciandoli o aggiungendo accessori, o magari tingendoli ) e riporli in una scatola o busta apposita da portare in tintoria o sartoria;
- Rimarranno alla fine i capi non ideali e che non possono nemmeno diventarlo attraverso modifiche: questi capi andrebbero suddivisi in “capi satellite” (quei capi che sono uno sfizio, che ci piacciono tanto e a cui siamo affezionati anche se non ci stanno bene) e “capi dono” . I primi, i capi satellite, vanno tenuti e riposti in un apposito spazio, uno spazio che non dovrebbe essere centrale o principale nel nostro guardaroba, potrebbe trattarsi di un armadio in un altra stanza oppure un anta dedicata o un cassetto magari; è bene che la nostra vista quotidiana non sia ingombrata o riempita di questi capi che ci distraggono e rendono inefficienti nella scelta al mattino; sono capi da utilizzare di tanto in tanto assieme ad altri capi principali ideali (per questo motivo li chiamo “satellite”). I capi dono sono invece quei capi che non hanno nulla da fare nel nostro guardaroba e possono diventare l’oggetto di uno swap party o essere donati a chi ne ha bisogno.
Seguendo questi step alla fine il guardaroba risulterà composto principalmente dai nostri capi ideali: quelli che ci piacciono, ci servono e ci stanno bene organizzati per tipologia (e per i più bravi anche per colore e stile) e solo parzialmente da capi satellite.
Dopo la riorganizzazione del guardaroba
Al termine della riorganizzazione e riordino del guardaroba, dovreste avere una bella sensazione di soddisfazione. Per mantenere a lungo questa sensazione e per salvaguardare la vostra “efficacia stilistica” bisogna avere qualche accortezza, alcune piccole azioni che dovrebbero diventare abitudini:
- Dopo avere usato un capo, lavarlo, asciugarlo e ripiegarlo riponendolo esattamente dov’era prima dell’uso (alcune persone hanno la tendenza a riporre in fretta i capi un po’ alla rinfusa senza prestare attenzione a dove li mettono, con il risultato che quando ne hanno bisogno non sanno dove sono o peggio ancora non si ricordano nemmeno di averli);
- Al momento dell’acquisto di nuovi capi, soprattutto se siamo persone soggetti a shopping compulsivo, riflettere se si tratta di un capo ideale secondo i parametri di cui sopra e cercare di capire se e quanti capi simili a quello già deteniamo nel nostro armadio;
Buon riordino a tutti!
1 commento su “La mania del riordino impazza e travolge il guardaroba”
Ciao Valeria, bello il tuo articolo, ma soprattutto sopraggiunge in una giornata un po’ no per me… E da tanto che dovevo riordinare le mie calze, calzettoni, ecc…E stamattina ho iniziato la mia sorpresa è stata notare che ho davvero una marea di calze di tutti i tipi, colori e forma….la mia frustrazione è stata però non riuscire a buttare via molto, 4 o 5 calzettoni veramente osceni il resto tra collant calze e calzini proprio no…difficilmente so già che alcuni non li porterò mai…ma nella mia mente la domanda ma forse un giorno mi potrà servire? Si è fatta strada…In conclusione, non sono soddisfatta del lavoro, sono consapevole che ho molte calze collant e calzettoni, e quindi la prossima volta starò attenta a cosa acquistare, ma saprò ritrovarle? A volte è più semplice acquistare quello che ti serve sul momento piuttosto che rovistare in mezzo a 100 paia di calze, per trovare quella giusta…