Il peso dell’apparenza

Ciò che è bello è anche buono, giusto, onesto. Così pensavano gli antichi greci e, nonostante siano trascorsi i secoli, anche nella nostra cultura sono rimaste tracce di questa eredità.

Non se ne parla in modo esplicito, eppure nella società moderna la bruttezza è penalizzante, talvolta fonte di vere discriminazioni.

Perseguire il bello è un’aspirazione naturale. Quando però la bellezza è innalzata a ideologia (il caso di Abercrombie&Fitch, per esempio), viene naturale porsi la domanda: ci troviamo sottoposti alla tirannia dell’apparire?

    Di recente ho letto il saggio del sociologo Jean-François Amadieu intitolato “Le Poids des apparences” (il peso dell’apparenza), edito da Odile Jacob, 2002. Vengono raccolti e analizzati i risultati di molti studi diversi che idagano quanto la bellezza sia condizionante al giorno d’oggi.

          Siamo più felici se siamo belli?

    Ne esce un ritratto della società in cui “i belli” hanno più probabilità di essere assunti, hanno in certe professioni un salario dall’11% al 15% più alto, votazioni scolastiche migliori a parità di lavoro svolto. Si dimostra a suon di statistiche che la bellezza distingue persone di serie A e serie B, con ripercussioni oggettive sulle loro possibilità di successo.

    L’ho trovato un testo interessante, perché non si tratta di dare giudizi morali sui comportamenti di aziende e datori di lavoro, bensì di capire che il fenomeno esiste e va conosciuto.

    Come consulente d’immagine, il mio obietivo è trarne insegnamenti per garantire a più persone possibili un trattamento equo.

    Sviluppare un’immagine che ci rispecchi, valorizzare le proprie qualità anche attraverso l’aspetto, padroneggiare la comunicazione non verbale, aiuta a perseguire i propri obiettivi personali o professionali.

    Dato che l’estetica sembra essere così importante, mettiamoci in gioco in maniera corretta, affidandoci a un professionista dell’immagine.

    Viviamo in una società sotto la tirannia dell’apparire? Ebbene, volgiamo la cosa a nostro favore: che la cura dell’aspetto diventi un percorso di consapevolezza, uno strumento per comunicare meglio chi siamo e cosa sappiamo fare, nonché stare bene con noi stessi.

    Ogni donna e ogni uomo può valorizzarsi e svelare la migliore versione di sé: a quel punto, potrà giocare la sua partita in società ad armi pari.

    Nelle relazioni, sul lavoro, nel quotidiano, il concetto di bellezza esteriore passerà in secondo piano: gli altri vedranno la persona nella sua completezza e l’apprezzeranno per quella che è davvero.

9782738111371

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